Monumento ai vittoriosi

Gruppo bronzeo marmoreo dedicato ai Vittoriosi di Castelfidardo – veduta laterale ovest

Il Monumento Nazionale ai Vittoriosi di Castelfidardo

Fu eretto in occasione del cinquantenario della battaglia per ricordare ai posteri lo storico evento, che fino ad allora era testimoniato solo dal Sacrario-Ossario dei caduti, situato nell’area del combattimento, voluto e realizzato dalle popolazioni marchigiane. L’idea di realizzare il monumento fu lanciata nel 1902 dal conte Ernesto Garulli di Monterubbiano (FM) ed ebbe un forte sostegno dell’allora sindaco di Castelfidardo Paolo Soprani. Per la raccolta dei denari necessari fu promossa una sottoscrizione durata dodici anni alla quale partecipò anche lo Stato. Con legge n.105 del 17 marzo 1910, sotto il Regno di Emanuele III, il monumento fu dichiarato di alta Riconoscenza Nazionale ed inaugurato in forma solenne il 18 settembre 1912.  
La gara per la realizzazione del monumento fu vinta dallo scultore veneziano Vito Pardo che offrì gratuitamente il suo lavoro proponendo una forma innovativa di scultura, esaltando la prospettiva cinematografica, dove il condottiero a cavallo è posto allo stesso piano dei suoi soldati.  
Il complesso monumentale, realizzato in bronzo fuso a cera persa, alto circa 6 metri e lungo 12 poggia ed esce da una montagna di 160 mq con massi di travertino bianco di Ascoli. L’opera muraria nella quale è incastonato parte del monumento è del maestro Giordani di Castelfidardo. 
All’interno del monumento è stata costruita una splendida cappella, tutta decorata a nodi di Savoia. Di stile antichissimo, assiro, è in pietra d’Istria levigata. A metà del lato principale del fregio e della cornice, che gira tutto intorno, vi è una grande targa sormontata dall’ara accesa, il cui fuoco patriottico irradia da per tutto. L’ara porta una sola fatidica data: 18 settembre 1860.  
Nella targa, in caratteri romani, è incisa una bellissima iscrizione, dettata da Arturo Vecchini.

QUI
CONDOTTIERO ENRICO CIALDINI
LE MILIZIE EROICHE NOSTRE
RICONGIUNSERO LE MARCHE ALLA PATRIA
LA VIA DI ROMA INDICARONO ED APRENDO
QUI IL MONUMENTO SOLENNE
DICA AI LIBERATORI LA GRATITUDINE DEI REDENTI
ANNUNZI AI POPOLI
CHE L’ITALIA RESTITUITA AL SUO POPOLO CIVILE
IN PACE E IN GUERRA
ASCENDE

lo stato che ha concorso alla spesa del monumento con lire cinquantamila, facendo votare dal Parlamento una legge speciale, essendo ministro dell’interno l’on. Sonnino – ha fatto porre nell’opposta parete un’altra lapide che dice:

QUESTO MONUMENTO
CON LEGGE XII MARZO MCMX
REGNANDO VITTORIO EMANUELE III
FU DICHIARATO
D’ALTA RICONOSCENZA NAZIONALE

Con questa opera Vito Pardo, oltre a dare una svolta nello stile scultoreo dell’epoca, ha voluto rappresentare il percorso sofferto dell’Unità d’Italia e del suo popolo che da massa informe e divisa diventa, attraverso, intrighi politici e religiosi, lutti e sofferenze per le guerre, una sola nazione ed un solo popolo dalle Alpi alla Sicilia sotto un’unica bandiera verde, bianca e rossa. 
La collina (circa 10 ettari), venne adibita a parco naturale con la piantumazione di oltre 22.000 conifere e flora autoctona, con vialetti, fontane, panchine e scalinate. La folta vegetazione è stata curata personalmente da molte donne del posto che per annaffiare gli alberelli andavano a prendere l’acqua con secchi nelle fonti del “Cenciarello e della Concia” situate a valle della collina.  
Le vie di accesso al parco monumentale sono controllate da maestose cancellate in ferro battuto chiamate “Cancellate degli Allori”, realizzate su progetto di Vito Pardo nel 1925 nelle officine del fabbro Pietro Meci di Moresco (FM).  In alto nelle colonne vi sono gli stemmi delle provincie di AN, MC, PS, AP, Castelfidardo e fascio littorio senza ascia. Mentre all’interno delle stesse vi sono gli stemmi delle province di Zara, Trieste, Trento e Fiume. 
A ridosso del lato destro del momento venne realizzato un piazzale denominato delle “Rimembranze” perché lungo i viali che lo circoscrivono sono state poste nel tempo delle targhe commemorative a ricordo dei caduti del primo e secondo conflitto mondiale e delle battaglie per l’Unità d’Italia. 
Il bozzetto originale dell’opera in grandezza naturale, limitato al solo generale Cialdini e ai primi soldati, è esposto oggi al “Museo Centrale del Risorgimento” al Vittoriano di Roma. Questo vuole evidenziare l’importanza della Battaglia di Castelfidardo per l’Unità d’Italia.  
Dal 2011 grazie ad un progetto ideato dall’associazione carabinieri in congedo sez. cap. Gentile in collaborazione con l’Accademia Belle Arti d’Urbino, il gruppo monumentale è circondato dal “Parco scultoreo dei padri della patria”. Le numerose figure realizzate in bronzo poggiano su un basamento di un metro e 20 e costituiscono un percorso storico ed artistico dedicato ai protagonisti del processo di unificazione nazionale.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
WhatsApp
Email