Questo settembre 2023 abbiamo accantonato il triste ricordo del Covid e, anche se gli echi di guerra non si sono ancora placati in giro per il mondo, nella nostra città si sono svolti eventi a dimostrazione della concreta fratellanza tra popoli nel rispetto delle differenze.
Difatti, nei giorni del PIF 2023 a Castelfidardo, ci siamo incontrati con diversi musicisti e accompagnatori da oltre 30 paesi del mondo, con il denominatore comune di amore per la fisarmonica e il piacere di stare insieme nel segno di una fratellanza universale. Ma questo la nostra popolazione lo dimostra fin dal 1861, quando raccolse i denari per costruire un Ossario/Sacrario con l’intento di dare una degna sepoltura agli uomini provenienti da 20 nazioni diverse che persero la vita nella battaglia di Castelfidardo.
In quell’occasione morirono 88 pontifici e 66 piemontesi, spinti da ideali diversi, e furono seppelliti in due fosse separate, nella nuda terra, senza una lapide di riconoscimento a causa di motivi strategici e geopolitici.
Così i nostri consiglieri comunali del 1861 decisero di seppellire vincitori e vinti in quell’Ossario, dimostrando all’Europa del tempo che noi credevamo ancora nella fratellanza tra i popoli.
La storia raccontata dice che, nel 1863, il giovane Paolo Soprani iniziava a costruire e vendere copie della fisarmonica, donatagli da un ex combattente austriaco nella battaglia di Castelfidardo, che il celebre fidardense ospitò nella sua casa colonica.
Forse si tratta di una leggenda, ma di certo sappiamo che in quell’anno alcuni francesi e belgi fecero il primo pellegrinaggio nei luoghi della battaglia, per onorare i caduti pontifici. In quelle occasioni vennero ospitati dalla nostra gente, fecero fotografie e scrissero documenti a perenne ricordo del celebre scontro fidardense.
Lo abbiamo saputo casualmente nel 2013, quando su Facebook venne pubblicata la foto scattata nel 1863 di una piccola chiesa. Lo stupore fu enorme, perché – con l’amico Gianluca Calcabrini e il compianto don Lamberto Pigini – riconoscemmo in quello scatto la chiesa delle Crocette prima della nuova costruzione. Contattammo il parigino Jerome Bitèau che l’aveva pubblicata con riferimento al generale de Pimodan, e lui ci disse di avere molto altro materiale storico pontificio sui fatti militari e politici del tempo, nonché sugli eventi di Castelfidardo. Seguirono scambi di documenti che ci chiarirono vicende storiche poco conosciute.
A 160 anni dal quel primo pellegrinaggio, i discendenti degli zuavi pontifici – costituitisi in Association des Descendants des Zouaves Pontificaux et des Volontaires de l’Ouest, guidati dal colonnello Eric du Reau – sono tornati per tre giorni a onorare i caduti di Castelfidardo.
Insieme agli amici Gianluca Calcabrini, Mario Montini, Franco Ricci, l’ass. Anffas, il parroco delle Crocette don Franco, lo staff “mensa Crocette” e la contessa Marina Ferretti di Castelferretto, abbiamo collaborato per la buona riuscita dell’evento, ricevendo tanta riconoscenza e affetto.
La loro venuta è stata inserita tra le attività per il 163° anniversario della battaglia di Castelfidardo, a cui hanno partecipato associazioni di volontariato e combattentistiche provinciali, figuranti storici delle ass.ni TR 800 e Accademia di Oplologia e militaria di Ancona, il complesso filarmonico cittadino, l’Am.ne Comunale con il nostro sindaco Roberto Ascani e assessori, il sindaco di Loreto Moreno Pieroni e molti cittadini sensibili alla commemorazione. Le scuole cittadine hanno partecipato con interessanti e suggestive interpretazioni storiche, accompagnate dalla fisarmonica.
Era presente anche una delegazione del 4° Reparto Comando e Supporti Tattici bersaglieri di Caserta, al quale recentemente è stata data in custodia la bandiera di guerra del XXVI battaglione bersaglieri Castelfidardo, che qui da noi si distinse nella battaglia del 18 settembre 1860. Una presenza che ha dato concretezza ai recenti impegni di reciproca collaborazione con la nostra città.
Eugenio Paoloni – Fondazione Ferretti
